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Immagine del redattoreEmanuele Danieli

Come Utilizzare la Compressione Upward in Mastering

Mastering e compressione upward sono due argomenti di grande interesse, vuoi perché sono complessi da spiegare, vuoi perché sono di difficile comprensione. Vediamo di fare chiarezza.


Mastering

Prima di occuparci della compressione upward applicata al mastering, diamo una breve definizione di mastering: il mastering è l'ultima fase produttiva di una produzione musicale dove vengono effettuate elaborazione spettrali, dinamiche e spaziali al segnale audio.

In questa fase vengono individuate e corrette eventuali sbavature tecniche del mix e viene ridotto il range dinamico del brano in modo da renderlo fruibile su tutti i sistemi di riproduzione (impianti hi-fi, lo-fi, radioline, smartphone e via dicendo). La riduzione dinamica in funzione del volume è uno degli aspetti più delicati quando si tratta di masterizzare un brano ed è qui che la compressione upward può tornare davvero utile.


Compressione upward

La compressione upward è quel processo che permette di comprimere un segnale audio dal basso verso l'alto, diminuendo il range dinamico. Questo tipo di compressione viene molto utile in mastering perché permette di preservare la dinamica e la definizione dei transienti in modo ottimale. La differenza principale rispetto alla compressione downward è la seguente: in un compressore upward il segnale audio viene compresso al di sotto della soglia di intervento, l'opposto di un compressore tradizionale

Un'altra peculiarità è l'aumento del volume percepito. Comprimendo dal basso verso l'alto, il volume in uscita dal processore aumenta, infatti non si parla di "gain reduction" e non è presente il comando make-up gain. Questo aspetto si rivela molto utile in fase di mastering in quanto aiuta a raggiungere più facilmente volumi commerciali rms/lufs.


Neodynium

Neodynium è tra i migliori compressori upward mai sviluppati. Un processore dinamico multifunzionale in grado di espandere e comprimere in modalità downward ed upward. Ciò che lo contraddistingue dalla concorrenza è il fatto di avere due soglie di intervento che, opportunamente regolate, sono in grado di eseguire ogni tipo di intervento dinamico a livello spettrale


Come usare Neodynium in mastering

In fase di mastering è opportuno dosare ogni intervento in maniera fine, quindi, è buona norma non eccedere mai con i rapporti di compressione e schiacciare troppo la dinamica. Una buona tecnica è quella di utilizzare più istanze di compressione con piccoli rapporti di ratio. Neodynium, pur essendo un processore multibanda, può essere settato in modalità single band ed avere praticamente due soglie di intervento regolabili a piacere, in questa modalità è possibile regolare le soglie in maniera precisa su tutte le istanze aperte ed avere così il pieno controllo sulla compressione del suono.

Ora vediamo all'atto pratico come utilizzare Neodynium in fase di mastering. Per prima cosa apriamo tre istanze di compressione sul nostro audio da masterizzare, attiviamo la funzione look ahead portando il relativo cursore a fondo scala, abilitiamo la funzione advanced e settimo i processori in single band.

Impostiamo i parametri temporali attacco e rilascio abbastanza lenti (es: attacco 180 ms, rilascio 1 s) ed iniziamo a regolare le soglie. Bisogna fare in modo di comprimere dal basso verso l'alto in maniera graduale agendo su tutto lo spettro sonoro utile. Facciamo conto che sotto i -40dB ci sia solo rumore di fondo, impostiamo la soglia bassa della prima istanza di Neodynium esattamente a quel valore. La soglia alta la settiamo in modo da non andare oltre la modulazione dei picchi. Il rapporto di compressione non deve superare mai 1,2:1. In questo modo agiamo sull'RMS del nostro brano

La seconda istanza di Neodynium la impostiamo in modo da comprimere tutto il fattore cresta, settando la soglia bassa appena sotto la modulazione dei picchi e la soglia alta qualche dB sotto lo zero del fondo scala. Parametri temporali e rapporto di compressione identici al precedente settaggio. Se serve, impostate il limiter in modalità M. Con questa seconda istanza lavoriamo esclusivamente sulla dinamica del nostro suono

La terza istanza di Neodynium possiamo usarla per comprimere tutto il segnale audio impostando la soglia bassa intorno ai -40 dB e la soglia alta appena sotto il fondo scala, lasciando invariati anche qui parametri temporali e rapporto di compressione. Se occorre attivate la funzione limiter impostata su M

A questo punto il nostro file audio sarà compresso in maniera soft su tutto il range dinamico, avremo ottenuto un cospicuo amento di volume ed il suono risulterà aperto e dettagliato. Grazie a questi vari stadi di compressione upward useremo meno clipper e limiter nella nostra sessione di mastering


Questa è solo una delle molteplici tecniche utilizzabili con Neodynium in fase di mastering. Per approfondimenti seguite il canale YouTube Crm Studio, e se l'articolo vi è stato di aiuto iscrivetevi al canale

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