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  • Immagine del redattoreEmanuele Danieli

Tecniche base di mastering

Al giorno d'oggi, la fase di mastering di un brano musicale è diventata di fondamentale importanza. Tutto deve suonare forte, la guerra dei volumi impervia (loudness war) ed i nostri cari transienti ne pagano le conseguenze, vengono percossi e strapazzati fino ad essere letteralmente decapitati. L'ingegnere di mastering ha l'arduo compito di far suonare tutto bene e, soprattutto, forte! Per questo, ad oggi, il mastering è di fondamentale importanza. Un master mal fatto (troppo compresso e mal compresso) può far suonare male anche la migliore produzione mixata al top.

Veniamo al dunque: come si fa a far suonare bene una canzone in fase di mastering? Eh, bella domanda. Innanzi tutto bisogna capire se il mix da masterizzare ha bisogno di ritocchi timbrici e dinamici. Ma partiamo con ordine.


Il primo passo da fare è, regolare il guadagno del nostro file stereo in modo da avere un rms medio di -18 dbfs (0VU meter). Questo faciliterà il funzionamento delle emulazione hardware in dominio digitale

Il primo plugin da aprire sul bus master è un Eq digitale a fase lineare, il pro-q3 della Fab Filter è una valida scelta. La prima operazione da fare è inserire un filtro passa alto abbastanza ripido tra i 20 Hz ed i 35 Hz, per eliminare il dc offset in partenza ed attenuare, qualora servisse, le sub basse, che potrebbero dare noia in fase di compressione. Sentiti libero di aggiungere o togliere frequenze in funzione del bilanciamento armonico generale. Se il brano suona spigoloso e con troppa "presenza", attenuate le 2500 Hz di massimo 2 dB con un fattore Q molto largo; se suona scuro ed ingolfato, attenua le 300/400 Hz con lo stesso approccio. Prediligi sempre interventi sottrattivi, ma se serve , sentiti libero di aumentare un determinato range di frequenze di un paio di dB, sempre con fattore Q molto largo. Infine inserisci un filtro passa basso tra i 16 kHz ed i 19 kHz per eliminare le altissime, se devi spingere molto, fungeranno da ostacolo

Nell'immagine soprastante puoi notare una tipica equalizzazione da mastering. Tieni ben presente che, queste operazioni di bilanciamento timbrico non sono sempre necessarie, potresti anche non averne bisogno, dipende dal brano a cui stai lavorando. Riguardo ai filtri passa alto e passa basso, il mio consiglio è di utilizzarli sempre in fase di mastering.

Bilanciato il timbro del mix, è ora di lavorare sul panorama stereo. La prima cosa da fare è rendere le basse frequenze mono fino a 80 Hz. Utilizzando l'stanza aperta di pro-q3, crea un altro filtro passa alto, imposta il taglio di frequenza a 80 Hz, fai click destro sul pallino, scorri su stereo placement e seleziona la modalità side

Di solito funziona aumentare l'ampiezza stereo su medie ed alte. Prova un filtro shelving impostato a 1 kHz con un boost di 1, 2 dB ed imposta un filtro passa basso tra i 16 kHz ed i 19 kHz per portare le altissime in mono. Le altissime in mono faciliteranno l'eventuale codifica post master in formato compresso mp3 e simili

Sei giunto al momento dell'elaborazione dinamica. Il plugin che ho scelto per questo passaggio è gratuito, il Tdr Kotelnokov. Compressore molto efficace sul bus master che riesce a regalare davvero belle soddisfazioni. Ci sono due possibili modi di utilizzo: il primo è cercare di dare colla generale al mix, il secondo è quello di dare il punch, scolpendo e rendendo incise le basse frequenze.

Se il tuo brano è già ben "confezionato", potrebbe aver senso comprimere in modo da "incollare" il suono e dare compattezza generale al mix. Per farlo imposta un rapporto di compressione tra 1,1:1 e 2:1, regola i parametri temporali abbastanza lenti, per esempio 70/200 ms di attacco e 300/600 ms di rilascio (anche più lento se serve) e comprimi entro i 3 dB, non oltre.

Imposta il parametro peak-crest su rms, regola il soft-knee ad ore 12 e dai make-up per recuperare il volume perso.

Se il tuo mix manca di punch, probabilmente la tua linea di basso non è molto incisiva, quindi bisogna cambiare metodo di compressione. Aumenta il rapporto di compressione tra 3:1 e 5:1 e regola i parametri temporali in maniera più aggressiva. L'attacco può variare tra i 30 e i 100 ms, il rilascio va regolato ad orecchio (generalmente medio veloce, per esempio 100 ms) ascoltando la resa sonora del kick e del basso. Comprimi di un paio di dB. In questa modalità di compressione, per aiutarti a regolare i parametri temporali, abbassa di molto la soglia ottenendo una gain reduction di 5-10 dB, questo ti aiuterà a capire la resa del compressore e di conseguenza sarà più semplice regolare attacco e rilascio, dopo di che torna ai canonici 2 dB di compressione.


Dopo il controllo della dinamica bisogna "imbellettare" il suono. Quello che ti serve è un bell'equalizzatore in stile analogico. Anche qui ti consiglio un plugin gratuito: RareSE di Analog Obsession, bellissima emulazione di un equalizzatore Pultec. Questo macchinario è in grado di colorare musicalmente gli estremi di banda del nostro brano, e lo fa davvero bene. Un'impostazione classica è questa: guardando a sinistra, seleziona i 60 Hz e, con i due potenziometri relativi (boost e atten), incrementa ed attenua contemporaneamente il segnale di 2/4 dB, otterrai un low-end profondo, caldo e con un buon punch.

Spostandoti sulla destra del processore, seleziona 10 kHz e boosta il suono di 4/6 dB, regola il parametro bandwidth secondo necessità tenendo conto che, verso sinistra avrai un suono più brillante e verso destra un suono più morbido. Per finire seleziona 20 kHz sulla destra ed attenua di qualche dB qualora servisse

Arrivato a questo punto, sei davanti al momento più topico di ogni sessione di mastering: la riduzione dinamica. La compressione dinamica in funzione del volume è la fase più delicata, quella che se fatta male comprometterà inesorabilmente la qualità del tuo master. Il miglior modo per preservare la qualità del suono sta tutta nell'utilizzare gli strumenti giusti. La compressione upward sarà il tuo migliore alleato in questa fase delicata. A differenza della compressione downward, questo processore dinamico lavora comprimendo al disotto della soglia di intervento, evitando il degrado dei transienti. Quello che devi fare è utilizzarne due o tre istanze prima del limiter. Imposta il tutto in questo modo: apri 3 istanze di Neodynium*, attiva la modalità avanzata spuntando la casella in alto, seleziona solo una zona, imposta attacco e rilascio molto lenti e regola le soglie in modo da lavorare sul fattore cresta del segnale audio, dove modula la dinamica. Agisci sulla soglia in basso con un rapporto di compressione di 1,2:1 circa



Come puoi notare dalle 3 immagini su, si lavora gradualmente comprimendo il fattore cresta. Nella sezione limiter è opportuno attivare la modalità media (M) per evitare il clip del segnale.


Prima di procedere con il limiter, c'è un piccolo trick per aumentare ancora il volume senza "segare" i transienti. Inserire un modulatore di onda come MWaveshaper (gratuito) a questo punto della catena master, diminuirà il carico di lavoro (distruttivo) del limiter dopo.

Aperto MWaveshaper, ti basta tenere premuto il pallino bianco in mezzo alla diagonale e tirarlo su fino ad un 40/50 %. Se fai click destro sul pallino puoi variare tra la prima e seconda modalità di intervento

A questo punto non ti rimane che aprire un limiter/maximizer come il pro-l 2 della Fab Filter ed impostare una soglia di 0,5/1 dB. Attiva l'over-sampling a 4 x per evitare distorsioni relative al true-peak

Bene, hai quasi ultimato il tuo master, se serve regola bene i parametri per raggiungere il valore rms/lufs desiderato. Per concludere inserisci il dither impostato a 16 bit con funzione auto-black attiva

Dopo il dither bisogna rimuovere definitamente l'errore dc offset dal segnale audio. Molti maximizer di livello hanno la funzione dc filter. Io utilizzo Ozone 5 della Izotope. Una volta caricato il plugin, basta premere, appunto, il pulsante dc filter






Nota bene: *Neodynium è disponibile solo a 32 bit. Per utilizzarlo nelle DAW moderne bisogna convertirlo a 64 bit con programmi tipo J-Bridge

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